Una Storia di Famiglia

Il racconto ha inizio nel 1500 quando Giovan Battista Giulianini da Milano, cavaliere delle armi, venne inviato, per conto della famiglia de’ Medici, in un territorio di frontiera tra Romagna e Toscana, dove Cosimo I de’ Medici fondò Heliopolis – oggi Terra del Sole – cittadella fortificata voluta e progettata proprio a difesa del confine tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio.

Nel ‘700 una parte della famiglia Giulianini si ritirò nelle campagne circostanti Villa Rovere, e già a quell’epoca si ha memoria di una piccola produzione di vini della Rovere, così come si evince dal menu riportato nel libro “Dall’Osteria al Ristorante – dal 700 al Nuovo Millennio” scritto dal Sommelier stellato Gianfranco Bolognesi, in cui, al banchetto inaugurale del monumento a Morgagni il 27 Maggio 1875, si degustavano delicati manicaretti accompagnati da dell’ottimo champagne e da un vino “della Rovere”.

La produzione di vino è continuata nelle tenute della Rovere e di Signolo di Predappio e, grazie ad Alessandro, che ha ereditato dal nonno Tito Giulianini la passione per l’arte della vinificazione, è diventata un progetto da sviluppare, assieme al figlio Tito, per produrre vini con uvaggi internazionali, mantenendo al contempo il forte legame con il territorio di origine.

Il racconto ha inizio nel 1500 quando Giovan Battista Giulianini da Milano, cavaliere delle armi, venne inviato, per conto della famiglia de’ Medici, in un territorio di frontiera tra Romagna e Toscana, dove Cosimo I de’ Medici fondò Heliopolis – oggi Terra del Sole – cittadella fortificata voluta e progettata proprio a difesa del confine tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio.

Nel ‘700 una parte della famiglia Giulianini si ritirò nelle campagne circostanti Villa Rovere, e già a quell’epoca si ha memoria di una piccola produzione di vini della Rovere, così come si evince dal menu riportato nel libro “Dall’Osteria al Ristorante – dal 700 al Nuovo Millennio” scritto dal Sommelier stellato Gianfranco Bolognesi, in cui, al banchetto inaugurale del monumento a Morgagni il 27 Maggio 1875, si degustavano delicati manicaretti accompagnati da dell’ottimo champagne e da un vino “della Rovere”.

La produzione di vino è continuata nelle tenute della Rovere e di Signolo di Predappio e, grazie ad Alessandro, che ha ereditato dal nonno Tito Giulianini la passione per l’arte della vinificazione, è diventata un progetto da sviluppare, assieme al figlio Tito, per produrre vini con uvaggi internazionali, mantenendo al contempo il forte legame con il territorio di origine.
La produzione dei vini di Tenuta di Villa Rovere, grazie alla determinazione di Alessandro Annibali che ha ereditato dal nonno Tito Giulianini la passione per la vinificazione, è diventata un progetto enologico importante, portato avanti assieme al figlio Tito, che partendo dalla produzione di vini internazionali, solo di recente ha riscoperto, nelle antiche terre di famiglia a Predappio Alta ( Signolo ) il valore del Sangiovese, per mantenere un forte legame con il territorio di origine.
La Cantina

Tenuta Villa Rovere è una cantina nata pochi anni fa  ma che sta crescendo grazie alla passione di una famiglia legata al territorio e alle sue eccellenze. Tradizione ma anche innovazione grazie alla scelta controcorrente di puntare su uvaggi internazionali quali il cabernet, il sauvignon, il merlot e il syrah.

Il Tito 2020, blend di cabernet sauvignon,  merlot e sangiovese, premiato nell’ambito del Merano Winehunter, è la punta di diamante di una produzione  che nasce nel 2020 con la nuova cantina voluta da Alessandro Annibali col figlio Tito per avere il massimo controllo di tutto il processo di trasformazione delle uve, che vengono rigorosamente raccolte a mano. Si utilizzano tonneaux caucasici di Seguin Moreau da 500 lt per invecchiare parte del Nanì, Sauvignon Blanc in purezza, e per affinare il Pirro, 100% Merlot. Grandi botti da 2.000 lt e Barriques da 228 lt per il lungo affinamento del Tito, che necessita almeno di 2 anni di invecchiamento per ammorbidire i decisi tannini del Cabernet e per esaltare i profumi derivanti dal Merlot e Sangiovese presenti in piccole quantità. Il Giulì, syrah  in purezza e l’Olindo, Sangiovese DOC Superiore, tra due anni affiancato dal nuovo progetto del sangiovese riserva sotto zona di Predappio.  Tutti i vini, prodotti con uve raccolte a mano, sono dedicati a un membro della famiglia, per connotarne l’identità del brand ed il legame con il territorio.

La Cantina
Tenuta Villa Rovere è una cantina nata pochi anni fa  ma che sta crescendo grazie alla passione di una famiglia legata al territorio e alle sue eccellenze. Tradizione ma anche innovazione grazie alla scelta controcorrente di puntare su uvaggi internazionali quali il cabernet, il sauvignon, il merlot e il syrah.
La produzione dei vini di Tenuta di Villa Rovere, grazie alla determinazione di Alessandro Annibali che ha ereditato dal nonno Tito Giulianini la passione per la vinificazione, è diventata un progetto enologico importante, portato avanti assieme al figlio Tito, che partendo dalla produzione di vini internazionali, solo di recente ha riscoperto, nelle antiche terre di famiglia a Predappio Alta ( Signolo ) il valore del Sangiovese, per mantenere un forte legame con il territorio di origine.

Il Tito 2020, blend di cabernet sauvignon,  merlot e sangiovese, premiato nell’ambito del Merano Winehunter, è la punta di diamante di una produzione  che nasce nel 2020 con la nuova cantina voluta da Alessandro Annibali col figlio Tito per avere il massimo controllo di tutto il processo di trasformazione delle uve, che vengono rigorosamente raccolte a mano. Si utilizzano tonneaux caucasici di Seguin Moreau da 500 lt per invecchiare parte del Nanì, Sauvignon Blanc in purezza, e per affinare il Pirro, 100% Merlot. Grandi botti da 2.000 lt e Barriques da 228 lt per il lungo affinamento del Tito, che necessita almeno di 2 anni di invecchiamento per ammorbidire i decisi tannini del Cabernet e per esaltare i profumi derivanti dal Merlot e Sangiovese presenti in piccole quantità. Il Giulì, syrah  in purezza e l’Olindo, Sangiovese DOC Superiore, tra due anni affiancato dal nuovo progetto del sangiovese riserva sotto zona di Predappio.  Tutti i vini, prodotti con uve raccolte a mano, sono dedicati a un membro della famiglia, per connotarne l’identità del brand ed il legame con il territorio.